NB: Il Rivitalizzatore non restaura, RIVITALIZZA.

venerdì 9 maggio 2014

Mary - rivitalizzata

Il montaggio sarebbe un'attività rapida, se non fosse che ho acquistato il reggisella con un diametro eccessivo di un paio di millimetri... con un po' di grasso e qualche martellata riesco a spingere dentro il tubo quel tanto che basta per non riuscire più a toglierlo. A questo punto l'unica soluzione è tagliarlo fino ad un'altezza accettabile. Così faccio, e poi lo taglio anche verticalmente per riuscire a stringerlo e ad infilarci la sella. Quindi Mary è tutta perfetta, ma la sella così è e così resterà: non si può né alzarla né abbassarla (per abbassarla si potrebbe in realtà tagliare ulteriormente il tubo).
Non ho ancora acquistato i pedali nuovi, ma intanto le rimetto quelli vecchi che, anche se rovinati, il loro lavoro lo fanno comunque.
Ed ecco la bicicletta pieghevole Mary prima e dopo la rivitalizzazione:


Una vista complessiva:


e i dettagli:











Bicicletta pieghevole rivitalizzata.









martedì 6 maggio 2014

Mary - accessori

Quando l'ho ritrovata Mary era priva di sella, reggisella, parafanghi, dinamo. Senza dubbio inoltre da sostituire pneumatici, camere d'aria, manopole, fili dei freni, pedali.
Il resto c'è ma è ricoperto di sporco e ruggine. Rimuovo ruggine, grasso e polvere. Gratto e lucido finché posso. Con l'intervento parte della cromatura se ne va e per questo già so che la ruggine riapparirà, ma il risultato è sufficiente, resta qualche ombra più scura ma è piacevole, ha un aspetto retro'.



Per gli accessori da acquistare non trovo ciò che voglio nelle rivendite di zona, quindi mi affido alla rete e capito in un ottimo sito italiano di e-commerce specializzato in biciclette e accessori. C'è proprio ciò che cercavo, ordino, pago e in quattro giorni sono pronto a montare.


Mancano ancora i pedali (perché mi mancavano i soldi nella pre-pagata)... ma ci siamo quasi!

domenica 4 maggio 2014

Mary - antiruggine e verniciatura

Dopo averla ben sverniciata è il momento di ridare a Mary un po' di colore.
Devo trovare un modo per appenderla, o almeno tenerla sollevata da terra in modo da poterci lavorare. Soluzione: manico di scopa infilato nel buco della sella retto da un pesante porta-omblellone.
Per il colore la soluzione migliore sarebbe una bella verniciata a forno, ma ho l'impressione che mi costerà ben più del valore della bicicletta (sempre sia possibile attribuirle un valore commerciale). In alternativa si potrebbe provare con la verniciatura con compressore, ma non ho il compressore. Dunque, semplifico con una bomboletta spray. Risultato non assicurato, ma provo lo stesso e il tempo mi darà il responso.
Ma prima ci vuole l'antiruggine. Serve per proteggere il telaio da futuri attacchi e per permettere al colore di aderire meglio. C'è rosso, grigio o verde. Lo acquisto grigio, perché è il colore che meglio può fare da sfondo alla tinta finale. Proteggo le parti che non andranno colorate con carta e nastro, diluisco con acquaragia e applico con un piccolo pennello.


L'asciugatura è garantita in 16 ore.
Nel frattempo inizio a togliere sporco e ruggine dai componenti cromati con sgrassatore, carta vetrata fine, tamponi di lana d'acciaio, straccio e Sidol, per la lucidatura finale. Sotto lo strato di grasso e sporco appaiono pure delle scritte!


Ho scelto il colore Grafite, con effetto antichizzante. Dovrò fare attenzione a spruzzarne poco e uniformemente.


 La verniciatura è un'operazione rapida e ricca di soddisfazione.




giovedì 1 maggio 2014

Bicicletta pieghevole - Mary - pulizia e sverniciatura

Completamente smontata e spolverata Mary, le devo togliere la ruggine dal telaio.
Una volta usai il convertitore, che trasforma la ruggine in una pellicola nera che ne arresta l'avanzamento, provai anche con la coca-cola, che dicono aggredisca efficacemente la ruggine, ma posso solo confermare che è utile per sbloccare ingranaggi arrugginiti.
Per rimuovere la ruggine di Mary preferisco l'olio di gomito.
Non è possibile farlo senza togliere anche la vernice - tanto se c'è ruggine vuol dire che il ferro sottostante è già stato aggredito - , quindi inizio con la carta vetrata grossa e subito ripiego sulla via più facile: sverniciatore. Ne ho un barattolo già aperto in garage, ha assunto una consistenza gelatinosa ma ci provo lo stesso e spennello tutto il telaio. Bastano dieci minuti per vedere le prime bolle - immagino che se non avessi avuto i guanti di protezione a questo punto le bolle le avrei nelle dita -. Dopo un'ora, con la spazzola di ferro, spazzolo via la vernice che si alza. Fortunatamente ho messo un telo di protezione sotto, perché i pezzetti di vernice si appiccicano dappertutto. Ma il risultato non è soddisfacente.
Ci vuole una smerigliatrice. Ne ho una, acquistata anni fa alla Lidl con 10 euro, mai usata. Corro in colorificio a prendere un disco abrasivo. Mi ci vuole qualcosa per proteggere gli occhi. Gli occhialini da piscina vanno benissimo. La smerigliatrice è una bomba! Ma fa un rumore assordante. La prossima volta dovrò prendere anche i tappi per le orecchie. Tiro il ferro a lucido dove il disco arriva, per il resto rifilo con la carta vetrata.
Il risultato mi soddisfa, ma le orecchie continuano a fischiare per qualche ora.

martedì 29 aprile 2014

Bicicletta pieghevole - Mary

La bicicletta Mary era stata acquistata per mia madre negli anni '60. Ci hanno corso un po' tutti, poi è stata accantonata.
La ritrovo in soffitta ridotta a poco più di un "ferro vecchio": ricoperta di polvere e grumi di ragnatele così grossi da sembrar dotati di vita propria, la ruggine ha aggredito telaio, cerchioni, manubrio e pedivelle, ma non la catena e la puleggia che sono protette da uno strato di grasso e polvere nera. Sembra che non sia stata sempre dimenticata: in una breve, non identificabile parentesi qualcuno ha manifestato interesse per sella, parafanghi e dinamo, che non ci sono neppure nei dintorni.
Le faccio rivedere il sole, dopo tanto tempo.



Prevedo la necessità di tanto olio di gomito, ma un tentativo si può fare.




Inizio a smontare pezzo per pezzo fotografando i pochi meccanismi per ricordarne la successione.





Il processo di rivitalizzazione è iniziato.

sabato 26 aprile 2014

Poltrone in vimini anni '70 - Fulvio e Gilda

Fulvio e Gilda sono due poltrone in vimini appartenute alla mia famiglia fin dalla mia prima infanzia. Acquistate e posizionate nel terrazzo, sono state poi trasferite in salotto, in lavanderia, in magazzino e di nuovo in lavanderia per far da letto al gatto. 
Prima che vengano gettate le porto nella mia nuova casa, per tamponare la mancanza di belle, nuove poltrone che progetto di acquistare appena possibile. 
Gilda ha le gambe ancora fasciate dal nastro giallo che trattiene quattro zoccoli imbottiti, per non strisciare i palchetti del salotto. Fulvio ha parte della seduta sfondata. Entrambe hanno legature rotte e graffette da ricollocare. 
Comunque la struttura regge, le tengo e le lascio alle interperie per due anni. 
Poi decido di rivitalizzarle! Sono messe maluccio. Passo carta vetrata dappertutto, soffio, strofino, tolgo tutto ciò che viene via, con il martello ribatto le graffette. Rifaccio legature mancanti e parte della seduta con lo spago da salami. A Gilda sotto il nastro è marcita una gamba e si è spezzata. Potrei farle un nuovo zoccolo di legno per riportare la gamba alla lunghezza delle altre, ma è più semplice tagliare le altre tre e portarle alla lunghezza di quella spezzata! Prendo fettuccia metrica e seghetto e taglio. Simpatica, un po' più bassa di Fulvio, ma quasi quasi è pur più comoda...


... ora ci vuole un tocco di novità... le faccio bianche. Pennello e pittura, fondo bianco opaco, così mantengono un aspetto retrò. Le strisciate del pennello si devono vedere.


Sbianco tutto, legature comprese.


Cuscini... et voilà,


poltrone rivitalizzate!